CAMAIORE. Il piano di ristrutturazione di Poste Italiane spa, che prevede la chiusura di 22 piccoli uffici nella provincia di Lucca, tra i quali quelli di Casoli, Valpromaro e Pitoro, scatena l’ira dei comitati di cittadini. Il comitato di Valpromaro scende in prima fila contro l’azienda accusandola di aver compiuto “l’ennesimo voltafaccia”.

Prima infatti, sostiene il comitato, Poste Italiane aveva annunciato la sospensione del piano di ristrutturazione aziendale ma poi, “apprendiamo dalla stampa la volontà dell’azienda di dar seguito alla riorganizzazione, a partire da lunedì 30 luglio, quando verrà chiuso il settore del recapito di Lido di Camaiore”.

Le ricadute sociali e i disagi per i cittadini che la chiusura dei 22 uffici postali può comportare, preoccupano non poco gli abitanti e le istituzioni dei comuni interessati. Nei giorni scorsi c’è stata una forte mobilitazione che ha visto uniti i comitati, soprattutto di Valpromaro e Casoli, e i sindacati. Ma anche le istituzioni si sono dichiarate fortemente contrarie alla decisione di Poste Italiane, tanto che ieri il presidente della Provincia di Lucca, Stefano Baccelli, ha lanciato un appello al presidente della Regione Enrico Rossi, perché “venga aperto immediatamente un tavolo di confronto tra le istituzioni regionali e l’azienda”.

La Toscana infatti sarà una delle regioni più colpite dal piano di ristrutturazione: 174 gli sportelli postali che verranno chiusi. Solo in provincia di Lucca, la chiusura dei 22 sportelli avrà come conseguenza il taglio di 46 postini su poco più di 200, e una inevitabile riorganizzazione delle zone di recapito.

Intanto il comitato di Valpromaro convoca per martedì sera un’assembla pubblica nella piazza del paese con la popolazione delle Seimiglia e delle frazioni della Valfreddana per chiudere la petizione contro la chiusura dell’ufficio postale di Valpromaro e organizzare nuove forma di lotta contro il piano di Poste Italiane ritenuto “un atto di arroganza”.

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