VIAREGGIO. “Desidero rispondere all’accusa di mancanza di democrazia di cui mi hanno tacciato i Berretti Bianchi. Bene, la mia rinuncia all’incontro non è dovuta ad un rifiuto del confronto, ma semplicemente per onestà. Durante un incontro ufficiale, quale è quello che voi avete organizzato, è ovvio che vogliate delle risposte e delle rassicurazioni dai candidati sindaco e io quelle risposte e quelle rassicurazioni non ve le posso dare: sono infatti fermamente convinta che il campo Rom debba andarsene da Torre del Lago.” Lo scrive Serena Fambrini, candidato sindaco del Movimento Nuovo Mondo, in risposta all’intervento dell’associazione Berretti Bianchi.

“Insiste su una zona che dovrebbe essere protetta e salvaguardata dato che è zona parco, mentre adesso è abbandonata al degrado e alla sporcizia. Oltretutto si trova a due passi dal teatro della Fondazione Puccini, luogo turistico e centro culturale di notevole importanza, e che oggi piu che mai ha bisogno di essere incentivato e non ulteriormente depresso.

“Mi domando, poi, perché dovremmo prenderci cura di un’etnia che rappresenta una minima parte della popolazione, quando ci sono i nostri stessi cittadini che vivono momenti di grande sconforto abbandonati dalle istituzioni, senza lavoro e alcuni anche senza una casa e costretti a dormire in auto, quando sono fortunati.

“Certo, il degrado e la sporcizia in cui vivono i bambini Rom non fa piacere a nessuno, ma è forse colpa nostra? La responsabilità credo sia tutta della famiglia in cui sono nati che è la prima a non prendersi cura dei propri figli. I Rom dovrebbero essere nomadi, ma da circa sette anni vivono a Torre del Lago e pretendono tutti servizi che un cittadino normalmente ottiene lavorando e pagando le tasse.

“Non si tratta di razzismo, tutt’altro: proprio perché li ritengo persone come noi, credo che si debbano anche comportare come noi, se vogliono diritti devono avere anche dei doveri. Si parla di integrazione, ma attorno a questa parola si fanno troppi luoghi comuni: integrarsi vuol dire partecipare alla vita di un paese, vuol dire contribuire al bene di quel paese, e non significa aspettare che gli altri siano sempre pronti a offrirti gratuitamente e per opera di carità ciò che ti necessita, tanto più in un momento in cui il nostro comune vive un’emergenza sotto tutti i punti di vista.

“Questo è effettivamente quello che ho spiegato alla giornalista de Il Tirreno, ma sul giornale sono state riportate solo due parole, poco sostanziate e per nulla argomentate.”

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