VERSILIA. “La Signora Granaiola parla bene ma razzola male. Ho visto diversi dei suoi interventi sulla stampa, è facile scrivere belle cose, ma di fatti non ne ho visti: è giunta l’ora di finire di fare proclami inutili, giusto per farsi pubblicità, ci vogliono fatti non parole, la gente è stufa di sentire solo proposte che poi sfociano in niente, prima di parlare bisogna fare, e questa giunta, continua a dire tanto ma a fare poco, poco tempo fa proprio la sig.ra Granaiola portava un attacco contro chi voleva chiudere il tribunale, però hanno permesso lo stesso che venisse fatto, con grave danno per la cittadinanza, per non parlare dei parcheggi dell’ospedale che verranno mesi a pagamento nonostante fosse uno dei proclami elettorali del sindaco, e ora le slot machine”.

A scriverlo è il coordinatore comunale  di Fratelli d’Italia, Fabrizio Pellegrini sollevando una critica nei confronti della senatrice Manuela Granaiola che nei giorni scorsi era intervenuta sulla questione del gioco d’azzardo.

“Io ho visto madri piangere davanti ai gestori di locali perché i figli si erano giocati tutto alle slot machine, Credetemi, sono scene che fanno riflettere. E l’invito noi lo rivolgiamo allo stato che deve fare una seria e accurata riflessione.

“Il peccato originale” non è dei gestori dei locali, ma dello Stato che ha regolamentato le slot machine, che  si è preoccupato di “far cassa” con queste macchinette prelevando il 60% di quanto incassano.  Ora tocca allo Stato intervenire, non ne possiamo più. Non è danneggiando gente che ha già i suoi problemi che si giustificano certi guadagni.

Puntualizzo che non si tratta solamente di una questione morale. In questo caso entra in gioco anche il senso di avere un locale, di avere una certa professionalità. Alcuni locali avrebbero dovuto chiudere tempo fa, le slot machine hanno rimpiazzato le tazzine di caffè snaturando le attività commerciali.

Lo Stato deve ravvedersi, intervenire in modo graduale, occorre una soluzione intermedia per togliere in modo radicale le slot machine dai locali, e riqualificare così anche i nostri locali. Tengo a specificare che c’è una distinzione tra un locale con le slot machine e uno senza, sono due locali differenti. Credo che se ad alcuni di questi venissero tolte le macchinette non avrebbero più clientela, ognuno deve fare come meglio crede, ma un bar deve puntare al servizio, alla qualità, al prodotto, è solamente così che si fidelizza la clientela, non col “gioco d’azzardo”…, perché è bene ricordare che di gioco d’azzardo si tratta anche se ora essendo gestito dallo stato è diventato legale, pochi anni fa tutti gridavano allo scandalo quando qualche vecchietta si giocava la pensione a queste macchinette, oggi nessuno ne parla più.

Sono in molti, tra gettoni e pulsanti, alla ricerca disperata della Dea bendata: italiani, stranieri, giovani, anziani, solitamente più donne che uomini. Una malattia, una dipendenza dal gioco che contagia più categorie di persone.

Per i gestori di bar è sicuramente un’entrata sicura, incide sul bilancio dell’attività; da una stima approssimativa possiamo dedurre che due slot machine  possono arrivare ad incassare fino a 50mila euro al mese, ai titolari va circa il 6 % pari a 3mila euro al mese. Soldi che risollevano le sorti di molti esercizi, ma ripeto: “ho visto madri piangere disperate per i soldi spesi dai figli alle slot machine” e nessun incasso potrà mai giustificare quelle lacrime”.

 

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