STAZZEMA. In occasione degli eventi alluvionali di fine ottobre, il Vice Sindaco di Stazzema, Maurizio Verona aveva incontrato il Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando con la promessa di un incontro al Ministero per un approfondimento sui progetti di recupero delle selve anche negli strumenti di pianificazione del territorio nella prospettiva della salvaguardia ambientale.

L’incontro annunciato con il Ministro Orlando ci sarà lunedì 9 dicembre al Ministero dell’Ambiente, e verrà presentato al Ministro ed al suo staff la proposta di realizzazione di un “Piano pilota di investimenti selviculturali su Boschi di Protezione Diretta in un area dell’Alta Versilia” che prevede interventi per un milione di euro.

Si tratta di uno strumento di pianificazione di una realtà territoriale più ampia di quella aziendale, omogenea da un punto di vista geografico e amministrativo, nonché delle problematiche locali specifiche sia di natura fisica che economicosociale.

Della delegazione che incontrerà il Ministro faranno parte anche l’assessore del Comune di Stazzema alle energie rinnovabili Amerigo Guidi e il presidente del consiglio comunale di Stazzema Alessio Tovani che ha anche la delega all’ambiente che in questi anni sono stati protagonisti di realizzazioni di progetti ambientali importanti per lo Stazzemese, come ad esempio l’impianto di teleriscaldamento che serve i paesi di Pruno e Volegno.

Maurizio Verona con il Ministro Orlando“I recenti fenomeni franosi che hanno colpito varie zone della Toscana e dell’Italia e che ancora una volta hanno richiesto un pesante tributo anche di vite umane”, commenta Maurizio Verona, “ripropongono il problema del ripristino di un corretto assetto idrogeologico delle aree montane in generale e dei popolamenti forestali nello specifico. A fronte di fenomeni così estesi, le politiche di difesa rispetto al rischio idrogeologico non possono esaurirsi nella “semplice”, seppur difficile, tecnica del consolidamento ingegneristico dell’insieme dei movimenti franosi registrati. Questa tende correttamente al ripristino di condizioni di sicurezza localizzate garantendo alle popolazioni colpite un adeguato livello di protezione e di fruibilità dei servizi e delle funzioni. La difesa idrogeologica del territorio deve, però, poter disporre di strumenti articolati e differenziati che indirizzino ed attuino interventi di gestione del territorio solidariamente tesi a raggiungere il maggior grado possibile di salvaguardia. In questi ambiti trovano spazio importante le iniziative volte al controllo della regimazione delle acque con particolare attenzione ai deflussi associati alla rete viaria principale e secondaria ed all’incentivazione delle “buone pratiche” idraulico forestali ed agrarie e di conduzione dei fondi privati e pubblici”.

“A questo complesso di “politiche” territoriali”, commenta ancora Verona, “deve essere associata una gestione selvicolturale dei boschi, che le affianchi e le comprenda, in modo da garantire una efficace e diffusa “manutenzione territoriale” che costituisce la prima linea di difesa rispetto al rischio idrogeologico.

E’ necessario per questo attivare processi di innovazione e ricerca che possano portare ad una pianificazione degli interventi e della gestione delle foreste basate su nuovi modelli selvicolturali che garantiscano la massimizzazione dell’efficacia protettiva dei soprassuoli. Il progetto prevede in questa fase un milione di euro di risorse, e oltre a raggiungere gli obbiettivi scientifici sopra riportati ovviamente metterà in moto una economia del bosco con opportunità di lavoro e di ricaduta socio – economica sul territorio montano dell’Alta Versilia”.

Queste le tipologie di intervento:

– Taglio raso a buche su piccole superfici o per singole ceppaie da effettuarsi in bosco ceduo, semplice o composto… per una estensione areale ragguagliata o per un numero di piante compresi fra il 20 ed il 40%
– Taglio di diradamento selettivo di tipo basso in bosco ceduo invecchiato o composto, con rilascio di 1-2 polloni per ceppaia
– Taglio di diradamento in ceduo composto, fustaia irregolare o ex-castagneto… per piante con diametro minimo di cm 40 a petto d’uomo… su un numero di piante compreso fra il 25 ed il 40% delle piante presenti
– Taglio di diradamento in ceduo composto, fustaia irregolare o ex-castagneto per piante con diametro minimo fino a cm 40 a petto d’uomo su un numero di piante compreso fra il 25 ed il 40% delle piante presenti.

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ultimo aggiornamento: 07-12-2013


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