VIAREGGIO. Chi di voi non ha mai avuto in casa, appeso nelle vicinanze del proprio letto, un acchiappasogni? Per inciso, parliamo di quell’amuleto composto da un cerchio in legno flessibile che rappresenta il ciclo della vita e l’universo, una rete per “acchiappare” i sogni e dirigerli, se buoni, verso un filo di perline simbolo della natura oppure, se dannosi, verso delle piume di uccello per allontanarli.

E proprio “L’acchiappasogni” è il titolo del carro di prima categoria con cui partecipa quest’anno Franco Malfatti.

Franco Malfatti - "L'acchiappasogni"
Franco Malfatti – “L’acchiappasogni”

Dopo aver affrontato, con coraggio e grande sensibilità, la delicata tematica delle condizioni delle carceri in Italia, il costruttore propone stavolta un messaggio di speranza e di velato ottimismo in una quotidianità sempre più segnata da elementi negativi.

I vecchi stregoni indiani ci insegnano che l’acchiappasogni è un sacro e magico amuleto che serve per filtrare sogni e visioni. Come detto, quelli buoni vengono catturati nella rete e quelli maligni scivolano nel buco centrale e scompaiono, per sempre.

“Sarebbe bello alzarsi un mattino e accorgersi che i sogni dell’umanità si sono realizzati e che tutte le vicissitudini che ci affliggono si sono dissolte come per magia”, confessa Malfatti nella relazione del suo carro. “So benissimo che questa è una utopia, ma vi prego: non toglieteci l’ultima possibilità che l’uomo ha – sognare”.

Foto Marco Pomella
Foto Marco Pomella

Il carro è tutto incentrato sulla figura di uno sciamano con tanto di tunica color porpora e copricapo di piume: attorno a lui, farfalle svolazzanti e un gruppo di pellerossa – le maschere della costruzione – intenti a danzare.

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