VIAREGGIO. Una grande bambola voodoo, emblema di un’Italia trafitta da decine di spilli – corruzione, evasione, mafia, casta, potere – che la inchiodano a un crocifisso: è la satira, cruda e drammatica, scelta dal costruttore Carlo Lombardi per il carro di prima categoria intitolato, per l’appunto, “Voodoo”.

Secoli or sono sorsero nel Nuovo Mondo dei misteriosi culti di origine africana i cui adepti si riunivano in segreto per celebrare i loro riti, come ricorda il carrista nella sua relazione. A lungo queste pratiche arcane rimasero occulte, gelosamente custodite dai impenetrabili confraternite celate nell’ombra, a causa delle dure persecuzioni di cui questi culti furono oggetto.

Carlo Lombardi - "Voodoo"
Carlo Lombardi – “Voodoo”

La bambola voodoo è divenuta, pertanto, un affascinante oggetto che è entrato prepotentemente nel folklore relativo alla tradizione magico religiosa. Questo concetto viene associato erroneamente solo alla magia nera, ma in realtà viene adoperato per ogni sorta di incantesimo benigno o malefico ed anche nei riti religiosi per onorare le divinità Voodoo. La funzione della bambolina voodoo è quella di rappresentare la persona o la divinità su cui si concentra il rituale.

Nel caso della costruzione di Lombardi, la bambola è l’Italia afflitta da numerosi mali. Gli italiani denunciano: parlamentari con troppi privilegi a cominciare dai loro alti compensi; stipendi non proporzionati e precariato nel lavoro; processi troppo lunghi e iniquità delle pene.

Foto Versiliatoday
Foto Versiliatoday

L’alternativa è rimanere uniti per resistere alla crisi, alla pressione fiscale eccessiva, alla inutile e dannosa burocrazia e alla politica fallimentare di questi ultimi anni.

Un ultimo tentativo agli italiani rimane: praticare un rito voodoo nella mera speranza che qualcosa cambi se non altro perché la cerimonia propiziatoria possa, per un attimo, scacciare i demoni disfacendosi di tutti i loro mali.

Anche quest’anno il carro avrà una sua canzone ufficiale, firmata da Alessandro Pasquinucci assieme a Cinzia e Davide Zaccaria.

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“Non chiamateci traditori! A Viareggio comandano i poteri forti”

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