VIAREGGIO. L’amore per il prossimo, l’amore tra i diversi popoli, l’amore come forza motrice, l’amor che “omnia vincit”. Sembra il messaggio di un profeta, o forse lo slogan di qualche hippy. E invece no: sono le parole di alcune canzoni interpretate da Freddie Mercury, icona del gruppo musicale dei Queen. Un mito entrato nella leggenda e non solo per quella sua voce inconfondibile, penetrante, dirompente. E, per quest’anno, protagonista del carro di prima categoria di Roberto Vannucci intitolato “Figli di un Dio minore – somebody to love”.
“Nel mondo di oggi, come in quello di ieri, molte cose restano sempre le stesse. Guerre, fame, sofferenza sono più forti del tempo, così come l’ambizione umana” è l’amara riflessione del costruttore nella relazione del suo carro. “È in nome dell’ambizione del potere che gli uomini innalzano infinite torri di Babele, e compiacendosi di se stessi, dimenticano il resto. In un mondo diviso, l’egoismo e la crudeltà degli uomini si abbattono con ancora più ferocia su chi è considerato diverso, debole, sbagliato.
“Omosessualità, povertà, immigrazione, razzismo sono i capri espiatori di chi ha indurito il proprio cuore, dimenticando l’amore e la tolleranza. Ma, chi è giudicato, non vale meno di chi giudica.
“Nel mondo di ieri, un grande artista affermò con orgoglio la propria diversità, e si impegnò per combattere a testa alta il nome di chi, troppo spesso, veniva discriminato. Gli anni sono passati e oggi Freddie Mercury si alza in volo sotto forma di angelo, a ricordarci che amare e rispettare gli altri non è solo fantasia, ma un gesto concreto, l’unico in grado di infrangere le gabbie di pregiudizi e la paura che abbiamo creato intorno a noi. Basta solo volerlo. La strada è tracciata: sta a noi decidere di seguirla.”
Il carro, mastodontico nelle dimensioni come la miglior tradizione Vannucci impone, sarà incentrato su due figure principali: sulla parte anteriore domina la scena un Freddie Mercury con le ali d’angelo che suona il violino, sovrastato alle spalle da una faraonica torre di Babele.
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