“I cani romantici” R. Bolaño  (Sur, 2018)

“a quel tempo avevo vent’anni
ed ero pazzo.
Avevo perso un paese
ma avevo guadagnato un sogno”

“I cani romantici” sono una raccolta di 43 poesie dello scrittore cileno Bolaño composte in Catalogna tra il 1980 e il 1998. Rappresentano di fatto un’ottima “cartografia” per orientarci nell’universo dello scrittore cileno.

Al centro della silloge c’è proprio la poesia, intesa come mezzo espressivo e universo multiforme, dove si intrecciano storie personali e universalmente umane. Possiamo così infatti seguire la nascita e la vocazione alla scrittura dello scrittore, soprattutto nei detective che aprono la raccolta e attraverso una polifonia memorabile di voci.

Vari sono i personaggi che si alternano nelle liriche raccolte, fra cui ad esempio Dino Campana e Violetta Parra. La poesia di Bolaño è una poesia narrativa: in ogni componimento prende corpo una storia, dove immaginario, descrizione e introspezione si intrecciano dando origine all’universo complesso dello scrittore. La sperimentazione di generi dà così origine a una felice parodia, in cui immaginario e quotidiano convivono dando origine a una voce profonda, chiara e fondamentale della scrittura contemporanea.

sulla strade dei cani, la mia anima incontrò
il mio cuore. A pezzi, ma vivo,
sporco, malvestito e pieno d’amore”

In questi componimenti i riferimenti geografici sono precisi: nei versi si riesce a percepire lo spostamento fisico e interiore del poeta dal Cile a Barcellona passando per il Messico.

Così le esperienze politiche e civili vissute da Bolaño trovano una sorta di riscatto nella poesia.

La poesia, dunque, funge da riscatto e da memoria capaci di salvare eventi e persone, anche se poi è lasciato all’amore il compito di salvare l’individuo.

“I cani romantici”, tradotti da Ilide Carmignani, si configurano pertanto come un viaggio nella storia e nell’essenza stessa della poesia dove toni romantici e senso di smarrimento si alternano in un’umanità ben scandagliata e speranzosa, malgrado tutto.

La bellezza e il terrore, l’istante di cristallo in cui si mozza
il respiro”

L’autore

Bolaño (Cile 1953- Barcellona 2003), ha vissuto l’adolescenza in Messico dove si è dedicato alla lettura in maniera profonda e continua. Tornato in Cile nel 1973 per appoggiare le riforme di S. Allende, è stato arrestato e rilasciato a seguito del Golpe. Sulla permanenza in Cile durante il periodo di Pinochet permangono alcuni dubbi. E’ autore di racconti, romanzi e poesie, si è imposto all’attenzione internazionale nel 1998 con il romanzo “I detective selvaggi”.

(Visitato 210 volte, 1 visite oggi)
TAG:
recensione libri

ultimo aggiornamento: 22-07-2018


“La strega delle bizze” [Recensione]

“La festa nera” [Recensione]