“Ciao per sempre” (C. De Cesare, Salani, 2021)

Trama

La famiglia Lolli è originaria della Puglia e da generazioni la caratteristica che contraddistingue la loro storia è la necessità di partire e tornare. Questo è anche il destino di Margherita, andata a Roma da ragazzina negli anni novanta e costretta a rientrare a Collina d’Oro, dove è cresciuta e che prende il nome dalle immense distese di grano che lo circondano, per il funerale della nonna.

Tornare in questo luogo significa per Margherita riprendere contatto con la sua casa dell’infanzia, la sua migliore amica che non ha più sentito da anni, con i ricordi legati a quei luoghi. Quindici anni di silenzio si schiudono così con questo ritorno che sa di resa dei conti nei confronti di quei segreti intimi, quelle bugie, che segretamente animano ogni famiglia e che divengono elementi necessari per garantire la sopravvivenza dei singoli componenti.

In questo viaggio Margherita intraprende con coraggio un percorso di consapevolezza per guardare negli occhi il passato e poterlo accettare per vivere in modo più rasserenante il presente al di là dei fantasmi personali e familiari che ognuno di noi si porta addosso.

Note al margine

Corinna de Cesare ci porta in una Puglia inedita, lontana da quella stereotipata fatta di pizzica, sole e dalla puccia salentina. In questo ancestrale contesto si sviluppa il viaggio di Margherita che è un ritorno alle origini, alle proprie radici e all’adolescenza negli anni novanta evocata in modo empatico nei confronti del lettore. Il viaggio che la protagonista intraprende è un viaggio doloroso dove la necessità di sapere e di guardare obiettivamente relazioni e eventi portano paura e ferite nuove. Ma è proprio in questo percorso che la storia di Margherita si fa paradigma per tante donne che hanno scelto di guardare il proprio passato e di affrontarlo, costi quel che costi. Il romanzo “Ciao per sempre” è una discesa agli inferi con rinascita, narrato con uno stile fresco, fra commozione e ironia, dotato di notevole scorrevolezza e autenticità che donano ai temi trattati, spesso scomodi e perturbanti, una morbidezza emotiva capace di equilibrare la narrazione.

Il viaggio di Margherita è il viaggio di ogni donna che prova a mettersi in gioco in quell’impossibilità di sfuggire al passato, ai luoghi, alle persone e che smettendo di sfuggire a se stessa riesce a ritrovarsi.

Il libro in una frase

“Più passava il tempo e più si detestava per quell’incapacità di andare avanti. Come facevano gli altri? Come ci si liberava da quel groviglio che non si scioglieva mai? Le risposte a quelle domande le cercò a lungo e non le trovò mai.”

Erika Pucci

@erykaluna

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