Il risotto con la tinca è una delle ricette della tradizione lacustre del Massaciuccoli. Presente in grandi quantitatà fino algli anno 60, la tinca è andata via via riducendo la sua popolazione a causa dell’inserimento di altre specie esotiche che hanno preso il sopravvento come la gambusia e il persico trota.
Pesce tipico delle nostre zone è stato fonte di sostentamento di tutti coloro che in padule ci vivevano e ci lavoravano.
La tinca: informazioni e proprietà
Di colore verde scuro, ha corpo allungato di circa 30 cm di lunghezza, e due grossi barbigli in corrispondenza della bocca. La tinca ha carni saporite ma ricche di spine e molto spesso dal sapore di fango a causa delle abitudini alimentari di questo pesce, per questo prima della preparazione è consigliabile un’accurata pulitura: va lasciata spurgare per qualche giorno in un catino con acqua fresca corrente.
Se si è disposti a rinunciare a parte del sapore si può optare per la tinca da allevamento.
La carne della tinca è magra e ricca di proteine. È molto digeribile e adatta ai bambini ed essendo molto magra è consigliata in caso di cure dimagranti, purché non venga consumata fritta. È invece consigliato un uso moderato a chi soffre di insufficienza renale per il carico di acido urico.
Nel 2010 anche come lotta biologica alle zanzare, sono state liberati oltre 10000 esemplari di tinca nel lago di Massaciuccoli ripopolando in maniera cospiqua il nostro padule.
Giacomo Puccini, il più grande compositore di melodrammi fu da sempre sensibile alla bellezza delle donne e al buon vivere oltre che un raffinato buongustaio.
Provetto cacciatore, passava il suo tempo libero per folaghe, tordi e colombacci sul nostro lago, girando col barcone tra la sua casa di Torre del Lago e la villa “La Piaggetta” di Massaciuccoli dal suo amico Carlo Benedetto Ginori Lisci, prprietario dell’omonima villa a Quiesa, sulla sponda a monte del Lago di Massaciuccoli, al quale dedicò La Bohème e scrisse per lui la lirica Avanti Urania.
Amante della cucina toscana, le sue mangiate preferite avvenivano dopo le fatiche della caccia.
Amava ingentilire il pasto con mandarini e vino frizzante delle nostre colline e con il latte alla portoghese come dessert.
Queste notizie culinarie sono trapelate grazie alle ricerche del Centro studi Puccini a al ritrovamento di due lettere in cui il Maestro scrive a Isola Nencetti Vallini la sua cuoca preferita e, almeno fino ad oggi, segreta.
Il risotto con la tinca come altre ricette tipiche della nostra zona erano sospirate dal maestro nei periodi di lontananza dalla sua Torre del Lago.
Tempo di preparazione | 1 ora |
Tempo di cottura | 30 minuti |
Porzioni |
Persone
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- 700 g Tinca fresca del lago di Massaciuccoli
- 4 Pomodori
- 300 g Riso
- 100 cc Olio d'oliva extra vergine
- 200 cc Vino bianco secco
- 300 b bieta a coste
- 150 g Cipolla
- 1 spicchio aglio
- 1 peperoncino
- basilico
- prezzemolo
- 500 cc brodo di pesce
Ingredienti
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- Pulite la tinca e lessatela nell’acqua con gli ingredienti del brodo. a cottura ultimata filtrate il brodo e conservatelo per il risotto.
- Fate un battuto con prezzemolo, basilico, aglio, cipolla e peperoncino e rosolate in un tegame con olio. Unite la bieta ben tritata e successivamente la tinca tagliata a grossi pezzi e fatela insaporire bene; bagnatela con vino bianco fino a farlo evaporare.
- Togliete la tinca, Sfilettatela e passatela al passatutto insieme al fondo di cottura.
- Rimettete la polpa della tinca nel tegame, aggiungete passato di pomodoro e pomodoro senza semi; fate cuocere per una ventina di minuti.
- Versate il riso nel tegame, lasciatelo insaporire e portatelo a cottura nella maniera classica aggiungendo brodo poco a poco. Servite con un po’ di prezzemolo fresco tritato.