VIAREGGIO. Salvezza è stata, anche nel 2013. Ma senza play-out, a differenza delle tre stagioni precedenti. Il giorno della festa per il Viareggio è il 12 maggio: ai “Pini” le zebre – reduci dalla disfatta di Barletta – ospitano un Frosinone che non ha più nulla da chiedere al proprio campionato. Per evitare gli spareggi per non retrocedere, i bianconeri devono battere i ciociari e sperare che il Prato non faccia altrettanto contro l’Andria. Una domenica torrida, ma che assume connotati trionfali da subito: dopo 2 minuti, infatti, Gemignani porta avanti il Viareggio. Intanto, attorno alla metà del primo tempo, l’Andria passa in vantaggio al “Lungobisenzio”. Un gol accolto con un boato dal pubblico dei “Pini”. Ad inizio ripresa Giovinco raddoppia per le zebre, mentre a Prato i pugliesi fanno altrettanto con Sy. Cesarini accorcia per i lanieri, agitando (e non poco) il popolo bianconero, costretto a soffrire sino alla fine. Ma il Prato non riuscirà a rimontare. Ed allora la salvezza diretta per la squadra di Cuoghi diventa realtà. Una pagina storica per la società zebrata, che rimarrà in Prima Divisione per il quinto anno consecutivo.
Il 2013 di Fiale e compagni era cominciato così come si era chiuso il 2012: con un pari al 94′. Se a Frosinone, a fine 2012, ci aveva pensato Conson, nel giorno di Befana, a Pagani, è Maltese che salva i suoi, con un sinistro a giro di pregevole fattura. La settimana successiva ecco un vibrante 2-2 casalingo con il Benevento, prima della disfatta di Prato. Al “Lungobisenzio” finisce 3-0 per i lanieri, ma la gara è pesantemente condizionata dall’arbitraggio di Soricaro di Barletta, che concede due rigori piuttosto dubbi alla squadra di Esposito e cacciando nell’ordine Lamorte, Sorbo e Tomas. La rabbia delle zebre esplode: nel dopogara Cuoghi e Dinelli sbottano. Il campionato osserva un turno di riposo per lasciare spazio alla semifinale d’andata di Coppa Italia Lega Pro contro il Pisa: ai “Pini” i nerazzurri passano 3-1. A nulla serve il gol di Giovinco nel finale, servito da Martella, arrivato nel mercato di riparazione così come De Bode, Crescenzi e Lorenzo Benedetti. Sorbo, invece, passa al Carpi.
Il 2 febbraio il Viareggio, decimato dalle assenze, ospita la Carrarese: si gioca di sabato, alla vigilia del primo corso di Carnevale. Le zebre vanno sotto, poi straripano con Martella, Sandrini e Magnaghi. Nel finale Belcastro accorcia, ma non riesce ad evitare il ko per i suoi. Otto giorni più tardi le zebre sono di scena a Latina: arriva una rocambolesca sconfitta al “Francioni”, con Martella autore di un clamoroso autogol. A Catanzaro, se possibile, le cose vanno anche peggio: i bianconeri, irriconoscibili, perdono 2-0. Il 24 febbraio, ecco il capolavoro: nel ritorno della semifinale di coppa, il Viareggio è costretto a compiere un miracolo per prendersi la finale. E cosi sarà. Nel giro di due minuti Giovinco e Martella danno consistenza ai piani di rimonta della squadra di Cuoghi. Nella ripresa Gazzoli è chiamato ad almeno tre interventi decisivi. Poi, al 90′, Giovinco disegna la punizione che vale l’impresa. Il Viareggio se la vedrà col Latina nell’ultimo atto della competizione.
Comincia bene il mese di marzo: ai “Pini” c’è il match col Sorrento. Gli ospiti spaventano i versiliesi, portandosi in vantaggio con Corsetti. Ma nella ripresa il Viareggio rimonta con Giovinco (a segno su rigore) e Pizza. Sarà l’ultimo successo prima di una lunga serie di risultati negativi: quella di Avellino sarà una giornata da cancellare, sia per il risultato – De Angelis regala i tre punti agli irpini favorito da un errore di Trocar – sia per l’infortunio al tendine d’Achille di Sergio Carnesalini. La carriera del difensore giunge al capolinea. La settimana successiva il Viareggio viene stoppato in casa dal Gubbio (2-2), poi torna a mani vuote dalla trasferta di Andria (2-1).
Il 3 aprile, in notturna, va in scena ai “Pini” l’andata della finale di Coppa Italia: Pellegrini illude il Viareggio, che però nella ripresa subirà le reti di Jefferson e Burrai. Quattro giorni dopo, Cuoghi contro la Nocerina prova a stravolgere lo schieramento, passando alla difesa a 4 e avanzando Maltese nel tridente d’attacco: l’espulsione di Gazzoli a fine primo tempo complica i piani dei bianconeri, che rimedieranno un pesante 0-3. A metà aprile nel derby contro il Pisa all’Arena ecco un nuovo passo falso: complice un nuovo errore di Trocar, Gatto – in posizione irregolare – castiga l’incolpevole Furlan. Per il Viareggio, ormai, è notte fonda. L’occasione per il riscatto la offre il ritorno della finale di coppa: per alzare il trofeo il Viareggio dovrebbe vincere con almeno due gol di scarto. Magnaghi, su punizione, anima le speranze dei versiliesi, disilluse dal pari su rigore di Burrai al 52′ della ripresa: sette minuti di recupero nei quali Gazzoli e Pellegrini si beccano il rosso, con Lamorte costretto a chiudere la gara tra i pali.
La reazione d’orgoglio del Viareggio non si fa attendere: Benedetti castiga il Perugia ai “Pini”, ma il 5 maggio, a Barletta, il Viareggio disputa una delle peggiori partite della sua storia: al “Puttilli” i biancorossi vincono 4-0. Le speranze di evitare i play-out sono ridotte all’osso. Ma la storia di quella pazza domenica del 12 maggio, è ormai nota. Zebre salve, Prato ai play-out.
L’estate 2013 è quella che segna la fine del rapporto tra Stefano Cuoghi ed il Viareggio. Alla base della separazione ci sono ragioni economiche: la società, infatti, non è in grado di accontentare le richieste del tecnico modenese. Il suo successore è Roberto Miggiano, ex allenatore della Primavera del Napoli. Una scommessa che non si rivelerà azzeccata: un feeling mai nato con la tifoseria e con una parte dello spogliatoio portano all’esonero tre giorni dopo la sconfitta casalinga col Prato di ottobre. Va però detto che il materiale a disposizione di Miggiano è tutt’altro che eccezionale: Fiale, che non rientra più nei piani della società, dopo dieci anni, saluta tutti e va al Ponsacco (in Eccellenza). Partiranno anche Martella, Giovinco e Pellegrini (al Pisa), Crescenzi (Siena), Maltese (Latina), Calamai (Venezia), Magnaghi (Virtus Entella), Sandrini (Real Vicenza), Trocar (Carrarese), oltre a Paparelli, Guerra, Tomas, De Bode e Veronese. Arriveranno Celiento, Falasco, Ferrari, Marongiu, Casarini, Rosafio, Galassi, Romeo e soprattutto Ighli Vannucchi, accolto da una folla in delirio nel giorno della sua presentazione, al Balena.
Nella Coppa Italia Tim, in un afoso pomeriggio di inizio agosto, il Viareggio perde 3-0. Meglio, molto meglio nel debutto in campionato: le zebre stoppano 1-1 il Catanzaro in una gara sospesa per oltre mezz’ora a causa di un guasto all’impianto elettrico del “Ceravolo”. Benedetti regala un punto al Viareggio segnando su rigore all’85’. Contro la Nocerina ai “Pini” arriva un altro 1-1, poi a Pontedera, la squadra di Miggiano – avanti 2-0 all’intervallo grazie alla doppietta di De Vena – si buttano via facendosi rimontare dai granata, a segno con Pastore e D’Agostino (al 49′ della ripresa). Sono i primi segnali di cedimento: il tecnico a fine gara parla di Vannucchi, definendolo “un grande uomo”. Tra i due, in settimana, c’era stato un confronto relativo alla posizione in campo di Ighli. La settimana successiva contro la Paganese il Viareggio perde malamente, punito dall’ex Panariello. Non va meglio a L’Aquila: Gazzoli dopo tre minuti commette fallo su De Souza lanciato a rete e viene espulso, con Miggiano costretto a togliere Galassi per inserire il secondo portiere Furlan. Il Viareggio perderà 4-1, con Benedetti a segno su rigore nel primo tempo.
Ancora una sconfitta, stavolta in Coppa Italia, contro l’Entella dell’ex Magnaghi: i bianconeri vengono sconfitti 3-2 ai “Pini” e dicono addio alla competizione che la stagione precedente li aveva visti arrivare addirittura in finale. Nello stadio di casa il Viareggio ottiene due pareggi di fila in campionato, contro Gubbio e Frosinone: contro gli eugubini le zebre – in superiorità numerica – dilapidano un doppio vantaggio, buttando via una vittoria che ormai era praticamente in tasca. Di ben altro tenore la prestazione contro il Frosinone: Ciofani spaventa i versiliesi, ma rimane a secco. Finirà 0-0. Un altro glorioso pareggio la banda di Miggiano lo ottiene a Salerno: De Vena gela l'”Arechi” al 93′. Un 1-1 che convincerà Lotito a esonerare Sanderra per richiamare Perrone sulla panchina granata.
Ma l’astinenza di vittorie prosegue. Miggiano, nel tentativo, di rompere l’incantesimo, contro il Prato manda in campo una formazione a trazione più che anteriore, con Benedetti in mediana e Vannucchi in appoggio a De Vena e Romeo. Sarà il “de profundis” del tecnico pugliese. I lanieri vincono 2-0 e la dirigenza bianconera si convince che non si può più continuare così: Miggiano viene esonerato. Al suo posto viene scelto Cristiano Lucarelli, che si presenta con idee chiare e voglia di proporre un bel calcio.
Il debutto del tecnico livornese, suo malgrado, è da dimenticare: a Lecce, infatti, il Viareggio perde 3-0. Ma contro l’Ascoli in casa gioca decisamente meglio, senza però riuscire ad andare oltre lo 0-0. La prima vittoria in campionato giunge a Barletta, in uno stadio, il “Puttilli”, dove sei mesi prima si era consumata una delle pagine più nere del recente passato del club bianconero. Ci pensano Vannucchi e Rosafio a stendere i biancorossi.
Dopo la sosta, il Viareggio ospita il Perugia: ma le cose, a differenze di Barletta, vanno malissimo. Eusepi e Fabinho puniscono una difesa, quella delle zebre, troppo distratta. Limiti palesati anche nella trasferta di Grosseto, nonostante il gol di Rosafio dopo 5 minuti. Lucarelli è furioso e invoca “il bastone al posto della carota”, minacciando una rivoluzione tecnica a gennaio.
La squadra risponde a dovere e contro il Benevento scende in campo con un atteggiamento diametralmente opposto: Romeo e Vannucchi piegano i sanniti, illusi nel finale dal gol di Mengoni. Finirà 2-1 per i bianconeri, che si sbloccano anche ai “Pini”. Che la strada intrapresa sia quella giusta lo si capisce anche nell’ultima gara del 2013, all'”Arena Garibaldi” contro il Pisa. Un Viareggio organizzato e determinato, trova il gol-vittoria al 43′ della ripresa grazie a Ighli Vannucchi. Il modo più dolce per terminare un anno intenso, caratterizzato da tanti alti e qualche basso, con la speranza, per il 2014, visto che non ci saranno retrocessioni, di cogliere uno storico nono posto che vorrebbe dire play-off.