VIAREGGIO. E vissero (quasi) tutti felici e contenti. Anche se più che a una fiaba le vicende delle feste rionali di Carnevale somigliano a una estenuante telenovela, condensata in una settimana anziché nello spazio temporale di qualche mese. Ecco tutte le varie tappe che hanno portato dall’annuncio di cancellare tutte le feste rionali alla notizia che, alla fine, Burlamacco non perderà tutte le sue feste di quartiere.

Mercoledì 14 gennaio. I presidenti di Rione Marco Polo, Carnevaldarsena e Carnevale Storico – il rione nato lo scorso anno per supplire all’assenza di Croce Verde e Vecchia Viareggio – radunano i giornalisti all’Osteria di Burlamacco per far sapere che i rioni non si faranno. I motivi sono quelli già trapelati nei giorni addietro: troppo alte le spese per la pulizia delle strade e per la polizia municipale che deve svolgere il servizio di vigilanza, che vanno aggiungersi ad altri costi organizzativi. L’unico rione ad andare regolarmente in scena è il Campo d’Aviazione. Appresa la notizia, il commissario prefettizio Valerio Massimo Romeo convoca i comitati rionali in municipio per il venerdì successivo, nel tentativo di trovare una soluzione.

Venerdì 16 gennaio. Poco dopo le 15.30 ha inizio la riunione tra Romeo e i rappresentanti delle feste rionali. Il conclave si protrae per quasi quattro ore, ma senza i risultati auspicati: il Comune di Viareggio, strangolato da un buco di 187 milioni di euro e dal dissesto finanziario dichiarato lo scorso ottobre, non potrà elargire contributi per i prossimi cinque anni. È l’amarezza a farla da padrona. E Marco Polo, Darsena e Carnevale Storico non possono far altro che ratificare la decisione di cancellare il proprio rione.

Foto Vt
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Sabato 17 gennaio. È il giorno del primo colpo di scena: Sauro Paoli del negozio di giocattoli Incaba, non nuovo a interventi dell’ultimo minuto, fa da intermediario tra i comitati rionali e una potenziale sponsorizzazione dietro cui si cela una multinazionale italiana specializzata in costumi di Carnevale. Si apre uno spiraglio. Anche perché la Sea è disposta a venire incontro alle richieste dei rioni concedendo uno sconto sulla tariffa dello spazzamento delle strade.

Lunedì 19 gennaio. Il nodo del servizio di vigilanza sembra essere sciolto: durante un vertice alla prefettura di Lucca si registra la disponibilità della polizia provinciale e di quella municipale del Comune di Lucca, mentre il prefetto Giovanna Cagliostro rivolge un appello ai sindaci della Versilia affinché inviino alcuni dei loro agenti. Ma tutto è legato al buon esito della trattativa con lo sponsor. Che arriverà entro mezzogiorno del mercoledì successivo.

Mercoledì 21 gennaio. L’accordo salta. I rioni si ritrovano così senza 20mila euro che avrebbero consentito di pagare quasi interamente la pulizia delle strade (21.500 euro la richiesta di Sea): appare ormai inutile continuare a lottare. Nel pomeriggio, però, Sauro Paoli spiazza nuovamente tutti e assicura di aver raccolto 10mila euro, impegnandosi a racimolare la cifra mancante. Si riuniscono i comitati di Darsena e Marco Polo: il primo decide di rinunciare definitivamente alla sua festa di quartiere, il secondo prova ad andare fino in fondo. E così pure il Carnevale Storico, che sembrava ormai propenso ad arrendersi.

Giovedì 22 gennaio. In mattinata circolano alcune voci che vorrebbero stravolto il calendario delle feste rionali: il Campo d’Aviazione andrebbe in scena anche nel secondo weekend, il Marco Polo prenderebbe le cinque date lasciate vacanti dalla Darsena. Alle 18 sono tutti convocati alla Fondazione Carnevale e da Palazzo delle Muse esce la fumata bianca. Con un colpo di scena finale: il Carnevale Storico rinuncia, torna in auge il “Rione che non c’è” organizzato dai commercianti della Darsena. Scorrono i titoli di coda. La telenovela è finita.

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ultimo aggiornamento: 23-01-2015


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