VIAREGGIO. Se è vero che i Maya avevano previsto la fine del mondo per l’anno solare che volge oramai al tramonto e hanno fallito, è altrettanto vero che, con particolare riferimento al Carnevale di Viareggio, la loro profezia non si è troppo discostata dalla realtà. Il 2012, infatti, verrà ricordato come uno degli anni più turbolenti e sofferti nella storia della manifestazione, con ristrettezze economiche e screzi tra i soggetti in causa che si ripropongono ciclicamente ogni dodici mesi. Mesi in cui Burlamacco ha anche dovuto dire addio a figure quali Giancarlo Gianni, Roberto Lisi, Guidubaldo Francesconi ed Elios Lippi.
Gennaio si apre nel segno dell’alone di incertezza che avvolge gli eventi collaterali: il Cgc minaccia di portare nuovamente la finale del torneo lontano da Viareggio – poi si riesce a mantenere la partitissima nella sua sede naturale dello stadio dei Pini -, salta il Rione Croce Verde e viene cancellata anche Miss Carnevali d’Italia. Resiste, stoicamente, il Festival di Burlamacco. Poi arriva la notizia che scongiura la clamorosa cancellazione del Carnevaldarsena.
Finiti i corsi mascherati tra inenarrabili difficoltà, arrivano le prime avvisaglie di problemi economici: i carristi, che nel frattempo rimettono in piedi l’Assocostruttori e scelgono Fabrizio Galli quale suo presidente, annunciano di non presentarsi alla serata delle premiazioni, che salta. Ad Aprile, poi, arriva un’altra sorta di terremoto: si dimettono i sindaci revisori della Fondazione nonché il vicepresidente Renzo Pieraccini, che aveva già rimesso il mandato di consigliere comunale.
Un po’ come a Parigi nel lontano 1968, Maggio è un mese di forti agitazioni: i carristi minacciano di disertare il Carnevale estivo e alcuni consiglieri chiedono l’azzeramento dei vertici della Fondazione, mentre tre costruttori vengono fermati mentre stavano mandando mascheroni e calchi in gesso a Carnevali emiliani. Alcuni carristi occupano simbolicamente Palazzo delle Muse e in cambio ricevono rassicurazioni sul versamento degli ultimi acconti che ancora spettano loro.
Giugno si rivela uno dei mesi più caldi e non solo per le temperature: mentre si decidono le date della prossima edizione, viene annunciato che i soldi per i carristi ci sono. Intanto viene cancellata la prima data del Carnevale estivo (24 giugno). Si riprova, senza fortuna, a metà Luglio in occasione della consegna del Coriandolo d’Oro a Giorgio Panariello: il futuro rimane incerto, anche se frattanto viene svelato il nuovo manifesto ufficiale. Salta anche la convocazione del tavolo istituzionale sul Carnevale e, soprattutto, la giunta Lunardini.
Agosto inizia con i dubbi anche sulla terza ed ultima sfilata del Carnevale estivo. Che poi va regolarmente in scena la vigilia di Ferragosto: un successo quanto ad afflusso di pubblico, un fiasco sul piano organizzativo. Prende, intanto, corpo il progetto Nicaragua, ma la chiusura è in negativo: i tre carristi coinvolti nella vendita dei mascheroni rischiano l’esclusione.
Settembre è il mese in cui viene definitivamente a galla il problema del mancato completamento dei traslochi tra gli hangar della Cittadella: emblematico il caso dei fratelli Cinquini. I carristi s’incontrano con Domenico Mannino, commissario prefettizio del Comune di Viareggio, e chiedono di azzerare i vertici della Fondazione. E mentre la Ballerina dei Lebigre si esibisce a Singapore il Comune annuncia tagli da 400mila euro alla manifestazione, poco prima che Palazzo delle Muse approvi il bilancio preventivo.
La consegna dei bozzetti ad inizio Novembre sembra finalmente dare il via libera alla prossima edizione del Carnevale. Non sarà così: il giorno prima della presentazione ufficiale il cda della Fondazione boccia il progetto della coppia Politi-Borri. Ancora alti e bassi per Burlamacco: la trasferta in Nicaragua viene salutata come un successo, ma nel frattempo tutte le feste rionali – tranne il rinato Campo d’Aviazione – tagliano i ponti con Palazzo delle Muse.
A Dicembre si va definendo il quadro delle opere sostitutive fuori concorso, la Ballerina dei Lebigre vola a Macao e vengono scelti i nuovi Burlamacco e Ondina. Si prospetta un Natale abbastanza sereno, ma i carristi tornano a farsi sentire – nel frattempo la senatrice Manuela Granaiola presenta un ddl sulla manifestazione e si parla di posticipare al 3 marzo l’ultima sfilata – e minacciano di sospendere la costruzione delle loro opere se non arrivano soldi e garanzie. Gli assegni vengono consegnati il 21 dicembre. Sarebbe dovuto essere il giorno della paventata fine del mondo. I carnevalari, adesso, sperano che sia l’inizio di una nuova era, più prospera e meno insicura. Anche perché questo anno nefasto difficilmente verrà dimenticato.
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